Scrivere non è sempre facile!


Scrivere non è sempre facile!


La scrittura – sia in stampatello che in corsivo – prevede una direzionalità del gesto, che però spesso non viene insegnata a scuola. Se alla maggior parte dei bambini viene naturale tracciare le lettere circolari in senso antiorario, per alcuni non è così: penso ai bambini con disgrafia, disprassia, o con disturbi dell’orientamento visuo-spaziale. Quali possono essere le conseguenze di una lettera tracciata in modo non corretto? Il risultato può essere una scrittura più difficile da decifrare, ma soprattutto un affaticamento maggiore a carico di mano, braccio e spalla. Alla lunga, questo affaticamento può portare ad un tratto grafico incerto e ancora meno leggibile, innescando un circolo vizioso. La rieducazione si può fare a qualsiasi età ma sarebbe auspicabile insistere fin da subito nel far eseguire ogni lettera seguendo l’ordine corretto dei gesti, come proposto nell’immagine. In ogni caso, in presenza di gesto grafico eseguito in modo errato, i bambini rispondono piuttosto velocemente agli esercizi di rieducazione proprio perché il gesto corretto è più semplice hashtagdisturbispecificidiapprendimento hashtagdisturbidellapprendimento hashtagdisgrafia hashtagdisprassia hashtagdislessia hashtagapprendimento hashtagpsicologia hashtagrieducazione hashtagscrittura hashtagscriverebene hashtagscuolaprimaria hashtagmonza hashtagpsicologomonza

Palline antistress e disgrafia


Palline antistress e disgrafia


Forse non tutti sanno che...le classiche palline antistress possono essere un valido strumento nella rieducazione della disgrafia di origine motoria.

      Per una veloce descrizione della disgrafia vai al mio SCHEMA

In commercio ne esistono di molti tipi: le classiche sferiche o anche a forma di uovo, di gomma o schiuma, e anche con diversi livelli di resistenza.
In particolare, il livello di resistenza è la cosa più importante, perché solo esercitando una certa forza si possono rafforzare le mani e le dita.

A cosa servono?
Non solo come antistress, ma moltissimo per potenziare la manualità e la capacità di manipolazione. Sempre più spesso, i bambini faticano a compiere semplici esercizi con le mani, la scrittura diventa difficoltosa per loro perché non sono abituati ad esercitare la muscolatura delle dita.
Questo accade in parte a causa dell'uso molto frequente, già nella prima infanzia, di dispositivi touch, come smartphone e tablet, ma non solo. Forse qualcuno di voi si ricorderà del pongo che si usava negli anni '80 e '90: aveva una consistenza completamente diversa da quella dell'attuale Didò, dal quale è stato sostituito. Ebbene, se ne avete la possibilità, provate a far giocare i bambini con il Das -più simile al vecchio pongo a livello di consistenza- e vedrete che per loro la cosa non sarà affatto semplice. L'esercizio manuale con pasta modellabile, slime, sabbia cinetica ecc., continua ad esercitare un ruolo nel potenziamento della motricità fine, della coordinazione occhio-mano, ma non stimola la muscolatura di mani e dita in modo sufficiente.

E improvvisamente ci troviamo con bambini che non sanno svolgere semplici compiti della vita quotidiana come annodare i lacci delle scarpe; e che fanno fatica ad impugnare la matita correttamente, e che quindi si affaticano con la scrittura.

Io utilizzo spesso le palline antistress con i bambini disgrafici, che hanno particolare bisogno di rinforzare la muscolatura per scrivere con meno fatica. Ma ho rilevato che in realtà ne beneficiano anche i ragazzi che non presentano disgrafia; addirittura anche i bambini in età prescolare, per l'acquisizione dei prerequisiti della capacità di scrittura.
Gli esercizi che si possono proporre sono innumerevoli e costituiscono per me un buon modo per iniziare una sessione di studio, ma anche per intervallare due attività più classiche, di lettura o scrittura, lasciando spazio anche al loro ruolo di "antistress".

Voi le avete mai utilizzate? Cosa ne pensate?
Lasciate un commento se avete avuto esperienze diverse.


DISGRAFIA




24 Dicembre - RINGRAZIAMENTI



Il Calendario dell’Avvento della Crescita personale
24 Dicembre: RINGRAZIAMENTI


Siamo arrivati alla fine di questo particolare Calendario dell’Avvento.
Durante il percorso ho cercato di esplorare ogni giorno un concetto preso dal mondo della psicologia, per renderlo un po’ più vicino e comprensibile per tutti, e anche per dare qualche spunto di riflessione.
Ovviamente gli argomenti sono stati trattati solo marginalmente, quindi per ringraziare chi mi ha seguito, da gennaio pubblicherò sul blog degli approfondimenti riguardo gli aspetti che hanno ricevuto più interazioni sia qui che sulla mia pagina Facebook

Grazie di avermi seguito
Buon Natale.

23 Dicembre - BISOGNI E MOTIVAZIONI



Il Calendario dell’Avvento della Crescita personale
23 Dicembre: BISOGNI E MOTIVAZIONI


Il comportamento di qualsiasi essere vivente è orientato alla soddisfazione di determinati bisogni e alla realizzazione di un certo numero di scopi.
Per l’uomo i bisogni possono essere legati sia alla sfera biologica, sia all’essere parte di una determinata collettività.
Ciò che le persone fanno e desiderano non è indipendente da ciò che gli altri intorno a loro fanno o desiderano.
Un esempio classico di classificazione delle motivazioni è la piramide dei bisogni di Maslow (1954), che descrive una gerarchia secondo la quale solo la soddisfazione dei bisogni più primitivi permette l’emergere di bisogni più evoluti. In quest’ottica lo sviluppo dei bisogni e lo sviluppo della personalità procedono di pari passo.
All’origine della vita ci sono i bisogni fisiologici, direttamente connessi alla sopravvivenza: bisogno di cibo, di acqua, di sonno.
Con la soddisfazione dei bisogni fisiologici, emergono i bisogni di sicurezza: protezione, tranquillità, assenza di paura.
Dopo la soddisfazione dei bisogni di sicurezza emergono i bisogni di attaccamento, quali amore, appartenenza, affiliazione.
Si passa quindi all’emergere di bisogni di stima e riconoscimento: sentirsi apprezzati, competenti, rispettati.
Per finire con i bisogni più alti, cosiddetti di crescita o bisogni di realizzazione di sé: di conoscenza, di autorealizzazione, spirituali.
Mentre i bisogni primari vanno a scomparire quando vengono soddisfatti, i successivi non vengono mai veramente superati. Dal blocco ai livelli più bassi della piramide, dall’arresto della naturale evoluzione dei bisogni, origina il disagio individuale o sociale.
Quando siamo capaci di accordare i nostri scopi con le scadenze della natura da un lato, e della società in cui viviamo dall’altro, possiamo realizzare al meglio il nostro potenziale. Dagli scopi che una persona si dà dipende in gran parte la sua capacità di essere felice.

22 Dicembre - IKIGAI


Il Calendario dell’Avvento della Crescita personale
22 Dicembre: IKIGAI


Ovvero “cosa fare della propria vita”.

Ikigai è un termine giapponese che, tradotto in italiano, suonerebbe come “ragion d'essere". 
Racchiude in sé diversi aspetti della vita di una persona, dall’incrocio dei quali risulta ciò che di meglio si potrebbe realizzare, quello in cui ci si dovrebbe impegnare veramente e con piacere.
I diversi aspetti che portano alla composizione dell'Ikigai possono essere trovati rispondendo inizialmente a queste 4 domande:
- Cosa amo fare?
- In cosa sono bravo?
- Di cosa il mondo ha bisogno?
- Per cosa potrei essere pagato?
Dall’incrocio delle risposte alle prime due domande emergeranno le nostre passioni; le altre riposte ci porteranno ad individuare anche le nostre vocazioni, la professione ideale, e la nostra missione (incrocio tra ciò che si ama e ciò di cui il mondo ha bisogno), per arrivare alla fine a delineare una vera e propria ragione di esistere.
È piuttosto difficile condurre una vita perfettamente allineata al proprio ikigai, tenendo conto di tutti gli aspetti di cui è composto. Infatti dedicarsi alla propria missione o vocazione, senza che queste siano riconosciute a livello professionale, può provocare un senso di incertezza verso il futuro; così come fare delle proprie passioni un lavoro può essere soddisfacente ma molto difficoltoso.
In generale, porsi le domande che aiutano a trovare il proprio ikigai può rivelarsi un esercizio utile quando si deve scegliere un indirizzo di studi o nella fase di scelta di un nuovo lavoro.

21 Dicembre - RISOLVERE I PROBLEMI


Il Calendario dell’Avvento della Crescita personale
21 Dicembre: RISOLVERE I PROBLEMI


La soluzione di problemi è un’attività molto complessa che ha a che fare con l’abilità nel fare ipotesi e calcolarne le conseguenze. Parliamo quindi di un insieme di abilità creative, induttive e deduttive.
Oggi però vorrei proporvi una tecnica particolare per la soluzione dei problemi, con la quale potrete allenarvi, e che potrete insegnare anche ai bambini.

È la tecnica dei 6 cappelli:

1. Indossa il cappello ROSSO, per guardare la situazione dal punto di vista emotivo – “cosa ti dicono le tue sensazioni?”
2. Indossa il cappello BIANCO, per guardare la situazione obbiettivamente - “quali sono i fatti?”
3. Indossa il cappello GIALLO, per avere una prospettiva positiva – “quali sono gli aspetti della soluzione che ti sembra funzioneranno meglio?”
4. Indossa il cappello NERO, per avere una prospettiva critica – “quali sono i punti deboli della soluzione?”
5. Indossa il cappello VERDE, per lasciare spazio alla creatività – “ci sono idee alternative?”
6. Indossa il cappello BLU, per vedere il quadro generale – “come appare questa situazione da una prospettiva più ampia?”
Ovviamente la tecnica si può usare anche nei gruppi di lavoro, facendo “indossare” i diversi cappelli a diverse persone che porteranno avanti diversi aspetti del processo creativo di soluzione del problema.

Scrivere non è sempre facile!

Scrivere non è sempre facile! La scrittura – sia in stampatello che in corsivo – prevede una direzionalità del gesto, che però spess...