Bambini e nuovi media - Quali potenzialità?


Qualche giorno fa in un post parlavo dei possibili rischi collegati all’abuso di app e videogiochi.
Come è evidente, però, questi strumenti offrono anche tante potenzialità. Allora dobbiamo andare oltre la paura e la diffidenza verso questi nuovi “passatempi” e iniziare a percepirli come una possibile occasione di crescita.
È praticamente impossibile che bambini e adolescenti non abbiano accesso a tablet, smartphone, tv, consolle –il tutto con connessione a internet- semplicemente perché questi “mezzi” sono parte della realtà in cui vivono. Una realtà che è nuova solo ai nostri occhi, per i più giovani è la normalità: quindi perché vietare?

I nuovi media rappresentano sicuramente un nuovo modo di conoscere e quindi anche di pensare e di apprendere.
Sempre più spesso sono utilizzati anche nelle scuole, sia come mezzo di apprendimento, sia come oggetto di apprendimento (pensiamo ad esempio ai corsi sempre più diffusi di coding).

Vediamo quindi quali possono essere gli aspetti positivi legati al gioco virtuale:

1. I bambini possono familiarizzare con il mezzo informatico, con le sue modalità e con i suoi simboli: diventeranno indispensabili più avanti per studiare e per lavorare

2. Favoriscono lo sviluppo della coordinazione percettivo/motoria (mano/occhio) e potenziano l’attenzione visiva, stimolando la capacità di tenere traccia di più informazioni visive contemporaneamente

3. I videogiochi che richiedono un controllo manuale maggiore o che comportano esperienze fisiche reali diventano delle vere e proprie simulazioni, e sono in grado di potenziare la motricità fine, la coordinazione e la postura

4. La maggior parte dei nuovi videogiochi punta tutto sull’interattività: si può giocare insieme anche senza essere vicini. Anche se il gioco virtuale non dovrebbe mai sostituire nella vita di un bambino le occasioni relazionali reali, l’interattività dei giochi virtuali li rende comunque un momento di scambio (con gli amici, mi raccomando, non con gli sconosciuti…)

5. I giochi strategici migliorano le capacità di problem solving: il bambino affronta dei veri e propri problemi, li suddivide in sotto problemi, elabora strategie, le mette in ordine. Perché questo tipo di apprendimento sia veramente efficace, il bambino andrebbe invitato a riflettere su quello che sta facendo o ha fatto per riuscire nel gioco: la consapevolezza genera apprendimento, le azioni assumono un significato.

6. È rafforzata la creazione di schemi logici di causa-effetto

7. Esistono molti giochi puramente educativi, detti anche serius game: non hanno esclusivamente uno scopo di intrattenimento, ma contengono elementi educativi (matematica, inglese, alfabeto, …) e sono usati quindi come vero e proprio metodo di apprendimento. Interiorizzare qualcosa che si è fatto di persona, quindi attivamente, risulta molto più semplice rispetto all’apprendimento di contenuti durante lezioni frontali (apprendimento passivo). Inoltre, la modalità di gioco aumenta il coinvolgimento e permette di agire più spontaneamente, senza sentirsi giudicati.

Per fare in modo che tutti questi aspetti positivi stimolino effettivamente la crescita di vostro figlio, tenete comunque sempre ben presente qualche regola base perché l’uso non diventi abuso.
Le mie le trovate qui: I videogiochi fanno male ai bambini?

Se siete di Monza o dintorni, approfondiremo presto l’argomento nel corso di 2 incontri esperienziali con i genitori. A breve le date. Per info: salavalentina.psicologia@gmail.com
Buon divertimento!

I nostri ricordi sono sempre veri?


La memoria è ingannevole.
I ricordi non sono stabili. Anzi, la loro traccia è influenzabile da tantissimi fattori, che sono impossibili da controllare.
Il ricordo è un vero e proprio processo attivo di ricostruzione dei fatti, ed è influenzato ad esempio, da tutte le conoscenze che abbiamo del mondo, della realtà che ci circonda.
C’è sempre una parte di costruzione soggettiva, che si unisce al ricordo, con meccanismi spesso inconsci.
Tutto ciò che è stato percepito passa attraverso i nostri meccanismi cognitivi, la nostra mente, e da questa viene influenzato: dalle caratteristiche personali, dalla capacità di rielaborazione e di valutazione critica dei fatti, dall’età, dalla cultura, dagli studi, dall’ambiente sociale, dalle conoscenze pregresse, dalle implicazioni emotive che sono ricollegate al fatto.
I ricordi più spesso influenzabili sono quelli che riguardano situazioni ambigue, situazioni stressanti, ma anche situazioni plausibili e ricorrenti, e in generale le conversazioni.
Si ricordano più facilmente gli stimoli dei quali si comprende il significato; per questo è così difficile ricordarsi parole nuove in una lingua straniera, ma sarà anche più difficile ricordare gesti o azioni equivoche, ai quali non sappiamo attribuire un senso.
Al contrario, si ricorderanno più facilmente parole, frasi ed anche comportamenti e atteggiamenti che si comprendono appieno nel loro significato e nella loro finalità.
Si possono ricordare dettagliatamente cose che non sono avvenute, se sono conformi a ciò che è normale per noi (azioni plausibili): ad esempio essere convinti di essersi lavati i denti quando invece non lo si è fatto, ma magari anche il più problematico essere convinti di aver già pagato il conto al ristorante...
Persone diverse ricordano irrimediabilmente in modo diverso lo stesso evento a cui hanno assistito o partecipato, semplicemente perché è stato rielaborato da loro in modo diverso (soprattutto se ognuno ha focalizzato la sua attenzione su un particolare diverso).
Fatte queste considerazioni, quanto è importante la verità oggettiva? Quello che è successo "davvero?". Non mi riferisco alle testimonianze riguardo crimini o atti perseguibili dalla legge; penso piuttosto ai più o meno banali litigi di tutti i giorni. Proviamo a pensare che A VOLTE il nostro interlocutore magari non sta mentendo, ma semplicemente ricorda i fatti in modo diverso e non per forza sbagliato: anche il nostro ricordo infatti, per quanto ci sembri vivido, è sempre filtrato dai nostri schemi di ragionamento, è sempre una RICOSTRUZIONE.

Per questi motivi, nella consultazione psicologica diviene centrale l'attribuzione di significato ad un determinato ricordo, piuttosto che l'oggettiva ricostruzione dei fatti.

Scrivere non è sempre facile!

Scrivere non è sempre facile! La scrittura – sia in stampatello che in corsivo – prevede una direzionalità del gesto, che però spess...